lunedì 11 giugno 2018

Teggiano, perla del Vallo di Diano

Teggiano, panorama della campagna circostante (Foto: M. Grazia Terenzi)
Il recente viaggio in Campania mi ha portata anche nell'entroterra della provincia di Salerno, in un silente e grazioso borgo che si trova nel parco del Vallo di Diano: Teggiano. Ci sono arrivata percorrendo l'autostrada Salerno-Reggio Calabria, molto comoda e ben tenuta, devo riconoscerlo. Nel tratto che va da Eboli fino all'uscita per Sala Consilina (dove poi c'è il percorso per Teggiano) ma anche oltre, l'autostrada è gratuita.
Teggiano sorge su una sorta di pianoro elevato in mezzo ad una splendida campagna punteggiata di frazioncine delle quali, onestamente, non ricordo nemmeno il nome. Lui, Teggiano, se ne sta lassù, quasi in disparte, come a volersi distinguere da quanto lo circonda. Il panorama è davvero molto bello, siamo nel Vallo di Diano che prende nome proprio dall'antica denominazione di Teggiano, Diano, appunto.
Innanzitutto devo notare che l'amministrazione cittadina ha ben operato nel dotare il paesino di un comodo parcheggio sotterraneo vicino l'ingresso al borgo e poco distante dal castello. La macchina può stare al fresco per € 0,20 l'ora! Là dove in altri centri il parcheggio, se sei così fortunato da trovarlo, lo paghi € 1,00 l'ora - incustodito, ovviamente - e ti ritrovi la macchina infuocata che neanche una fonderia.
Teggiano, Museo Diocesano, tomba del soldato Bartolomeo Francone
(Foto: M. Grazia Terenzi)
Il paesino lo si visita tranquillamente a piedi, percorrendo strade silenziose, abitate quasi esclusivamente da gatti. Quando sono arrivata c'erano ancora le luminarie della festa di San Cono, patrono della città. Buffo nome, Cono. Sfruttando la "onnipotenza" di internet e dell'immarcescibile Wikipedia, ho trovato che San Cono era proprio un locale, vissuto nel XII secolo, che aveva per padre un certo Bernardo Indelli (o Mandelli o De Indella) e per madre una certa Igniva (nome particolare anche questo!).
San Cono era un personaggio un pò particolare: era scappato di casa e si era ritirato, giovanissimo, in un monastero benedettino e pur di non vedere i genitori che erano andati a trovarlo (i conflitti generazionali attraversano i secoli!), si era nascosto in un forno acceso (!) rimanendo, però, incolume. La festa di San Cono è il 3 giugno e Teggiano condivide il santo patrono con la cittadina di Florida, in Uruguay.
Teggiano, cattedrale di Santa Maria Maggiore, monumento funebre di
Stasio De Heustasio (Foto: M. Grazia Terenzi)
Quando sono arrivata, le finestre ed i balconi di Teggiano erano ancora rallegrati dall'effige del santo che, su tela o su carta, si accompagnava alle bandiere italiane. Una delle prime cose che ho fatto, oltre alla passeggiata di rito, è stata quella di visitare il locale museo diocesano. Per la modica cifra di € 2,50 si entra nello spazio un tempo occupato dalla chiesa di San Pietro. Qui sono raccolte le testimonianze artistiche ed archeologiche rinvenute nel piccolo borgo dopo il terremoto del 1857 (nel link che ho postato prima ci sono i riferimenti sia per quel che riguarda gli orari che per telefoni, mail e siti internet). Mi hanno molto colpito due tombe dipinte, una delle quali dedicata al soldato Bartolomeo Francone, scolpita nel 1401. A memoria mia non ricordo di aver visto tombe dipinte di questo periodo, finora.
Certamente notevole è la cattedrale di Teggiano, dedicata a Santa Maria Maggiore, la cui caratteristica è quella di aver murate, nella parete lunga che affaccia sul corso principale, effigi funerarie romane. La chiesa venne edificata per volere di Carlo D'Angiò, ma - e lo si comprende bene sia all'esterno che all'interno - è stata rimaneggiata diverse volte. Si entra nella cattedrale da un ingresso cinquecentesco posto in un vicolo vicino, opera di Francesco da Sicignano. Sebbene l'impianto originario della chiesa risalga al XIII secolo, l'interno è stato completamente rifatto nel '700 (il che non mi ha resa granché felice, devo confessare).
Teggiano, cattedrale di Santa Maria Maggiore, ambone di Melchiorre da
Montalbano, 1271 (Foto: M. Grazia Terenzi)
Però la chiesa conserva alcune memorie di epoca anteriore ai rifacimenti del '700, quale la tomba originariamente destinata al soldato Stasio De Heustasio, rimasta a lungo vuota e destinata, alla fine, ad "ospitare" le spoglie del primo vescovo di Teggiano, Valentino Vignone.
Anche l'ambone merita sicuramente una foto (ed io l'ho fatta!). Si parla, in questo caso, dell'intervento di Melchiorre da Montalbano (1271) che ha voluto lasciare la sua firma sull'opera d'arte, sui bordi del prospetto laterale. Inutile dire che, per me, il contrasto tra queste opere d'arte medioevali e il resto dell'arredo della chiesa è notevole. Ma io non amo molto il periodo che va dalla fine del '500 agli inizi dell'Ottocento.
Quasi dimenticavo che Teggiano e il Vallo di Diano sono Patrimonio Unesco dell'Umanità e se ne capisce il senso guardando il paesaggio e percorrendo le strade di questo delizioso borgo. Strade pulite, dove sono presenti, addirittura, degli "erogatori" di bustine per i possessori di cani!
Giusto per "tingere" un pò di giallo questa visione paradisiaca, torno al castello, praticamente all'inizio del percorso di visita del paese. Ebbene, pare che qui, nel 1485, venne ordita la Congiura dei Baroni da Antonello Sanseverino Principe di Salerno nei confronti di Ferrante I d'Aragona re di Napoli. Antonello Sanseverino, poi, si asserragliò nel medesimo castello che resistette efficacemente agli attacchi dell'esercito del Duca delle Calabrie, che nel frattempo era divenuto re (per altre notizie in merito alla congiura, leggere qui, per ulteriori notizie sulla nobile ed importante famiglia dei Sanseverino, leggere qui. Si tratta di una lettura un pò lunga, ma vale la pena di "perdere" un pò di tempo per avere un'idea di quanto si agitava nelle lande campane in un periodo di per sé turbolento un pò per tutto lo stivale).

1 commento:

  1. Grazie per la bella, completa e interessante analisi del mio paese. Conantonio D'Elia di Teggiano

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