sabato 30 giugno 2018

Passeggiata alle terme (1)

Rovine delle Terme di Caracalla (Foto: M. Grazia Terenzi)
Domenica scorsa abbiamo fatto una bella passeggiata, approfittando della giornata di sole. Da tempo immemore, oramai, non visitavo le Terme di Caracalla (il link suggerisce un modo comodo di prenotare i biglietti e di seguire gli itinerari di visita, oltre ad altre notizie utili quali il prezzo dei biglietti, gli orari e la dislocazione delle Terme). E' strano come noi romani spesso siamo quelli che meno conosciamo la nostra città. Soprattutto la grandezza delle antiche costruzioni e la loro storia. E va bene che stiamo parlando di tempi passati e che non tutti possono essere amanti dell'archeologia e della storia, ma sono comunque queste memorie solide che rendono la nostra città un'unicum, un museo all'aperto, come spesso viene definita.
Le Terme di Caracalla sono, forse, dopo il Colosseo, il simbolo della grandezza della Roma antica. Occupano un'area enorme: 337 x 328 metri. Ho cercato di immaginare come dovesse essere il cantiere ed ho pensato che i cantieri di cui ci lamentiamo oggigiorno sono davvero niente al confronto! I ricercatori hanno calcolato che siano stati impiegati ben 9.000 operai (credo che la maggior parte fossero schiavi) per cinque anni! Le Terme di Caracalla sono state un'idea di Settimio Severo, ma a portare a compimento quest'opera incredibilmente grandiosa è stato suo figlio, Marco Aurelio Antonino Bassiano, meglio conosciuto come Caracalla, che le ha inaugurate nel 216 d.C.. Ovviamente un complesso così grande ha richiesto molto tempo per le "rifiniture", tant'è vero che sono stati trovati affreschi ed è stato accertato che anche alcuni porticati sono stati completati sotto i successori di Caracalla, Eliogabalo e Severo Alessandro (235 d.C.).
Terme di Caracalla, palestra orientale (Foto: M. Grazia Terenzi)
Quando si entra per la visita, si ha immediatamente la percezione della grandiosità del complesso, malgrado quel che ne rimane sia davvero poco se confrontato a quel che doveva essere in passato. I ruderi sono conservati per un'altezza di 30 metri, corrispondente a due piani, ed altri due piani sono nel sottosuolo, ora visitabile. Mi sono sentita davvero piccola, avanzando lungo il percorso ben realizzato e tenuto. Mi sono guardata intorno e malgrado le mura siano solo dei colossi solitari, l'impressione è veramente di qualcosa di inconcepibile ancor oggi.
Gli antichi Romani amavano molto le terme, i "balnea", come li chiamavano. Oltretutto il prezzo d'ingresso era irrisorio e permetteva a tutti di usufruirne. All'interno, oltre alle "classiche" piscine - calidarium, frigidarium, tepidarium - c'era anche una biblioteca ed un parco ombreggiato dove poter passeggiare chiacchierando con gli amici.
Terme di Caracalla, frammento di mosaico pavimentale della natatio
(Foto: M. Grazia Terenzi)
Nel V secolo d.C., in piena "epoca cristiana" dunque, le Terme di Caracalla ancora funzionavano e meravigliavano i contemporanei. Purtroppo nel 537 d.C. le Terme vennero abbandonate: i barbari - i Goti di Vitige, per la precisione - tagliarono gli acquedotti che rifornivano Roma, per poter prendere la città per sete. Da questo momento vi fu un declino inarrestabile.
Gli spazi delle Terme divennero addirittura un cimitero per i pellegrini che si ammalavano nel viaggio di visita a Roma e che erano ricoverati nel vicino xenodochio (praticamente una sorta di ospedale) della chiesa dei santi Nereo e Achilleo. Per non parlare, poi, dei marmi che adornavano il complesso, facile preda dei "costruttori di chiese", che, trovando tanto ben di Dio a buon mercato, non hanno esitato a portarlo via per adornare i templi della nuova religione, come il Duomo di Pisa, dove vennero "riciclati" tre capitelli con le aquile e i fulmini di Zeus provenienti dalla palestra orientale.
Terme di Caracalla, natatio (Foto: M. Grazia Terenzi)
Aggirandomi nei grandi ambienti che, un tempo, erano palestre e piscine, non ho potuto fare a meno di notare i preziosi mosaici che li adornavano, ora anch'essi ridotti a pallide, se pure eccezionali, memorie. Certamente molta parte, nella decadenza e nella frammentazione dei resti, è dovuta alle asportazioni operate dopo il V secolo d.C., ma bisogna anche pensare che Roma sorge su un territorio soggetto a terremoti, ora come nel passato, e certamente lo smottamento visibile soprattutto nella pavimentazione delle palestre (una settentrionale ed una orientale) è dovuto anche ad eventi indipendenti dalla volontà umana. I mosaici che ricoprivano le palestre erano policromi, mentre quelli che pavimentavano il fondo delle piscine (natatio) erano in tessere bianche e nere che riproducevano paesaggi marini, tritoni, nereidi, delfini ed altre divinità che, secondo gli antichi Romani, popolavano il fondo del mare.

(1 - Continua)

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