lunedì 11 giugno 2018

Le voci etrusche di Sutri

Sutri, vicolo nei pressi delle mura (Foto: M. Grazia Terenzi)
Una delle zone che trovo molto suggestive nel Lazio è sicuramente il viterbese. Sarà per le memorie etrusche e medioevali, che hanno quell'alone di mistero che tanto mi affascina. Oppure è per il tranquillo scorrere del tempo o per l'armonia tra la natura e gli insediamenti umani. Sta di fatto che, appena mi è possibile, un'incursione in queste zone la faccio più che volentieri.
Tra le cittadine che meritano una menzione è certamente Sutri, più o meno a 30 chilometri da Viterbo. Quando gli Etruschi la facevano da padrone, Sutri era, con la vicina Nepi, una sorta di sentinella sulla via Cassia. E' una cittadina arroccata su un rilievo tufaceo, del resto tutta la zona è un trionfo del tufo, un materiale di origine vulcanica, dal caratteristico colore scuro. Intorno c'è molto verde e silenzio. Se ci si va in mezzo alla settimana, sembra domenica, in pratica.
L'antico Lazio - Wikipedia
In un post precedente, il primo in assoluto di questo mio "viaggio fotografico", ho inserito una fotografia dell'interno della cattedrale di Sutri, di cui è notevole la cripta, a poterla visitare. Sicuramente vale l'euro per i quattro minuti previsti per un'illuminazione, anche se quattro minuti mi sembrano un pò pochini, a dire il vero. Bisognerebbe provare, ma, come ho scritto, l'aggeggio infernale nel quale va inserito l'obolo e che deve erogare l'illuminazione non funziona.
Comunque vale la pena anche solo fare una passeggiata per le vie tranquille di questa cittadina dalle memorie antiche. Sicuramente il cervello si riposa e torna "a quote più normali", per dirla con Franco Battiato.
Il tufo conferisce un colore ed un aspetto vagamente "toscano" al borgo. Questa pietra vulcanica scura è stata utilizzata dapprincipio dagli Etruschi e poi da Romani come elemento per diverse costruzioni ed anche il medioevo la impiegò per case ed edifici. Fuori Sutri è possibile vedere l'anfiteatro romano i cui gradini sono interamente scavati proprio nel tufo, così come in un blocco tufaceo venne, un tempo, scavato un mitreo poi trasformato in chiesa (mi sono ripromessa di tornare a visitare queste due strutture quanto prima). Del resto si tratta di un materiale immediatamente disponibile, per quanto certamente non molto solido.
Ho sempre percepito, netta, la presenza etrusca a Sutri. Forse è qualcosa che c'è nell'aria. Forse è anche il fatto che, allontanandosi da Roma, entrando in una dimensione diversa e "altra", sembra che le cose tornino a "parlarmi" e ogni angolo, ogni pietra, echeggi voci antiche.
Sutri, porta civica con orologio (Foto: M. Grazia Terenzi)

Nessun commento:

Posta un commento