domenica 10 giugno 2018

Paestum, antiche memorie

Tempio di Athena nel Parco Archeologico di Paestum
(Foto: M. Grazia Terenzi)
Paestum è un luogo dell'anima, per me. E' legato alla mia infanzia, quando, ancora bambina, passavo le vacanze estive dai miei nonni, nel piccolo paese di collina dove vivevano, all'interno del Parco del Cilento.
I ricordi, peraltro piuttosto scoloriti dal tempo, mi restituiscono immagini sfocate di un luogo dimenticato da Dio e dagli uomini, lanciato nella campagna circostante così come si lancia via un sasso.
Ricordo sonnolenti custodi quasi stupiti della presenza di visitatori; l'erba riarsa dal sole, il silenzio, la solitudine. Un senso di abbandono e di oblìo che ho sempre, da allora, associato alle preesistenze antiche. Un'immobilità che non conosce tempo né mutamento. Affascinante e inquietante allo stesso tempo.
Da qualche parte credo di aver conservato persino delle foto in bianco e nero di quel tempo lontano. Ne ricordo, in particolare, una dove una bambina dai capelli a caschetto neri - la sottoscritta - posava tra le severe colonne del tempio dedicato a Poseidone (quello che poi si è scoperto essere dedicato, forse, ad Hera). Avevo un vestitino con una gonna ampia appena gonfiata da un vento invisibile e corti calzini bianchi. L'espressione del viso era piuttosto imbronciata perché - allora come ora - non mi è mai piaciuto farmi fotografare.
Molte cose sono cambiate, con gli anni ed i decenni, in questo luogo della memoria. Ora sono tornati i colori, insieme con i turisti che, sempre più numerosi, si disperdono, accaldati e stupiti, tra scavi e museo. Per qualche tempo ho pensato e segretamente sperato che fosse tutto rimasto un pò come prima: il silenzio, le antiche presenze, l'entusiasmo e la freschezza dell'infanzia e poi dell'adolescenza. Ma è giusto che le cose siano così come sono.
Giardino del Museo Archeologico di Paestum
(Foto: M. Grazia Terenzi)
Ho scattato la foto che ho inserito nel testo al tempio di Athena, il "tempio solitario", come mi piace chiamarlo. E' il primo tempio che si incontra percorrendo via Magna Grecia da Capaccio Scalo. Per molto tempo si è ritenuto che fosse un tempio dedicato a Cerere, la dea romana delle messi. Ed in effetti quest'attribuzione aveva un suo senso, vista la campagna circostante e vista la vocazione prevalentemente agricola della zona. Poi scavi più approfonditi hanno permesso di recuperare delle statuette fittili in terracotta e delle dediche entrambe riguardanti Athena, la dea guerriera. E così il tempio ha cambiato denominazione.
Nel medioevo la piana dove sorgono i templi è diventata una palude. Non c'erano, all'epoca, i mezzi e la tecnologia per evitare l'abbandono di questa perla archeologica. Gli abitanti dell'epoca, sempre più ridotti di numero, costruirono, allora, alloggi di fortuna a ridosso del tempio di Athena e all'interno del perimetro del tempio antico inserirono una piccola chiesetta. Il tempio, infatti, sorge su una sorta di piccola altura, sicuramente non interessata, all'epoca, dall'impaludamento.
Paestum, diventata amministrativamente parlando un tutt'uno con il comune di Capaccio, ha una vocazione prevalentemente turistica. Poche case sparse nella campagna, raggruppate in frazioncine dai nomi che hanno "sapore" di sud (Licinella, per esempio), molti alberghi e ristoranti che lavorano al servizio di turisti sempre più numerosi, i soliti negozi di souvenirs classici, di bigiotteria, di abbigliamento. Niente di più. La sua bellezza rimane la statica immutabilità di quei templi, di quelle mura, di quelle antiche presenze che "lavorano" per il bene di molti.

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